Altair 17 LUGLIO 2006
Erano
ormai molti periodi che avevo preso l'abitudine di
fermarmi in
silenzio a guardare lo spazio che circondava
il nostro
pianeta, certamente era un piccolo pianeta e la
curva
dell'orizzonte era ben definita sullo spazio circostante.
La
massa imponente di Quotar continuava ad impedire alla
luce
di Altair di raggiungerci da molto tempo e nella
desolazione
di quel buio le ormai scheletriche forme delle
nostre
strutture si stagliavano sulla curva dell'orizzonte
come
fantasmi perduti nel tempo.
Non
era un bello spettacolo ma non posso negare che avesse
anche un
suo fascino spettrale dato dall'ammasso degli
intrecci
metallici che si distinguevano sullo sfondo
delle stelle
circostanti.
Forse
un piccolo pianeta, si, ma quando eravamo giunti qui
si
stava bene, sapevamo che il suo ciclo poteva perdere
la
regolarità, sapevamo che il nostro nucleo con il
suo
lavoro non era ben accetto da molti e qualcuno più
forte
poteva interferire sul suo equilibrio, ed era quello
che era
successo trasformando un buon posto in un luogo
inospitale.
I
più erano già partiti, non valeva la pena di combattere
tanto per
un luogo che non poteva più sostenerci, il pensiero
di un
nuovo viaggio che sarebbe stato un salto nel buio
non
consolava nessuno.
C'era
una possibilità remota intorno ad un piccolo sole
che
sembrava essere stabile ma qualcuno avrebbe
potuto
seguire la scia del nostro viaggio, i relitti di
molte navi
popolavano ancora lo spazio circostante
e
questo pensiero non poteva essere certo incoraggiante.
Nessuno
di noi si preoccupava della propria incolumità,
eravamo abituati a
sfidare le forze esterne, ma non potevamo
certo nasconderci le
difficoltà che avremmo incontrato
lungo il percorso,il
ritorno in una materia densa implicava
molte incognite,
il ricordo dei tempi della materia era
ormai lontano
nelle nostre energie e avremmo dovuto
ricostruirlo senza
conoscerlo.
L'incognita
più grossa era certamente quella di non poter
ricordare la nostra
origine e le nostre capacità, che sarebbero
andate
perse nell'abbassare le vibrazioni per entrare
nella
materia densa e difficilmente riconoscibili in
quell'ambito
di sensibilità limitata dalle vibrazioni così
basse.
Le
possibilità di riuscita c'erano e la sfida era grande
anche se
il tempo che in quei luoghi era materializzato
sarebbe
stato molto, tuttavia ci consolava il fatto che
eventuali
inseguitori avrebbero avuto lo stesso tipo di
problemi e
non solo qualcuno dei nostri
avrebbe
potuto perdersi in questa avventura.
Non
sapevamo quali forme avremmo incontrato, il loro
livello energetico
e se la loro matrice avrebbe potuto
combinarsi con la nostra
perché non avremmo potuto
conservare per lungo tempo
la
nostra forma in quella dimensione.
Una
scelta non facile con la prospettiva di un difficile e
lungo
ritorno, ma non si poteva nemmeno scegliere di
fermarci,
avevamo scelto di agire per il bene comune,
di lavorare
perché tutto potesse procedere
nel
giusto modo per tutti, forse questo piccolo pianeta
ormai
freddo era anche il segnale più forte che indicava la
Via
e l'idea di non potersi mai fermare lungo un cammino
che si è
scelto di percorrere perché
tutte le forme possano
percorrerlo.....
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